LA DESTRA (serie: i danni del '68)

I termini Destra e Sinistra in politica, come si sa, derivano dalla collocazione dei rappresentanti dei partiti all’ala destra o sinistra nei banchi della Camera e, per associazione di idee il pensiero e l’ideologia dei partiti sono classificati di destra o di sinistra. Il primo partito ad occupare l’ala destra dei banchi parlamentari fu il Partito Liberale che perciò merita di essere definito Destra storica, e che non ha niente a che vedere con la destra populista e demagogica di oggi. La Destra, quella che fu ben definita da Indro Montanelli, non è un’ideologia, nessuno ha mai scritto un decalogo, delle regole che la definiscano, che trasformino i suoi sostenitori in fedeli, come per la sinistra marxista in particolare. La Destra, come diceva Montanelli è un comportamento, un modo di fare, un modo di essere, una visione della vita dove i doveri del cittadino vengono un attimo prima dei diritti, i quali derivano dal dovere compiuto: se pago le tasse posso pretendere i servizi dallo Stato. Destra è rispettare le regole, è dovere, è disciplina. La sinistra marxista vede lo Stato come un dispensatore di diritti slegati dalla meritocrazia, una mucca da mungere dove tutti pretendono diritti, indipendentemente dai doveri: il diritto al lavoro, il diritto alla salute, il diritto allo studio. Diritto allo studio per uno di destra significa avere libero accesso allo studio, non la promozione garantita.  Il guaio è che oggi nessuno sa più distinguere nel polverone delle promesse politiche chi o cosa è di destra, né chi o cosa è di sinistra. Però, parafrasando il presidente Kennedy,  una cosa di destra la possiamo dire: non chiederti cosa L’Italia può fare per te, chiediti che cosa TU puoi fare per l’Italia. E tutto andrebbe molto meglio.