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La Ferula di Sant'Antonio Abate

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 La Ferula di Sant'Antonio Abate

La ferula fa parte del panorama agreste e murgiano del nostro territorio, da sempre. E’ una pianta bellissima, cresce alta e snella, un grande fiore ad ombrello fatto da una miriade di fiori gialli che rallegrano la nostra primavera, il suo tronco ha un midollo spugnoso che lo rende poco utile, non è buona nemmeno da ardere, brucia lentamente. Però essa è generosa con noi perché le sue radici morte producono un fungo buonissimo, valido concorrente del cardoncello, ma è anche pericolosa perché talune sue sostanze sono velenose, ma fortunatamente agli uomini non interessa, al massimo ci fanno turaccioli per damigiane, e gli animali hanno il loro fiuto che li preserva dal cibarsi di erbe dannose, perciò la scansano. E’ per questo che rimane abbondante in natura e può moltiplicarsi liberamente.

La ferula però è al centro di molte leggende. Ve ne racconto una. La mitologia vuole che il fuoco sia stato portato sulla terra dal titano Prometeo che lo aveva rubato agli dei e che per questo, come si sa, fu incatenato ad una rupe. Più tardi fu invece l’anacoreta sant’Antonio Abate a occuparsene. Egli, recatosi agli inferi, dove i demoni custodivano gelosamente il prezioso fuoco, bussò e ottenne il permesso di entrare per riscaldarsi, furbescamente portò con sé un bastone di ferula che usò per scarnisciare la brace facendo in modo che il midollo spugnoso della ferula bruciando lentamente conservasse una scintilla, e tornato sulla terra ne fece dono agli uomini che da quel momento conobbero il fuoco e potettero riscaldarsi.

Da allora il Santo viene chiamato in aiuto da chi viene colpito dalla infezione che chiamiamo proprio fuoco di santantonio per il forte bruciore che provoca, è un herpes che predilige le parti umide, è molto doloroso e per farlo passare ci vuole proprio la mano di un santo.

E’ protettore dei macellai, salumai, canestrai e degli animali domestici, specie dei maiali in quanto fornitori di carne. La sua festa ricorre il 17 gennaio, quel giorno in (quasi) tutta Italia si accendono fuochi e falò, il più grande di tutti a Novoli, per celebrarlo e onorarlo perché non si dimentichi dei suoi sostenitori. (luglio2020)


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