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NINUCCIO

Inserito in

 

La campagna nel mese di aprile è deliziosa. Muoversi per le stradine ancora poco polverose consente di guardarsi intorno e godere dei colori, della luce che è ampia e diffusa, del nuovo verde che germoglia. Col braccio fuori dal finestrino l'aria calda accarezza odorosa mentre dall'oliveto si torna a casa. Quello è il tendone di Tutuccio, guarda che vegetazione; più avanti il casino di Carluccio; è un peccato tenerlo così abbandonato, eppure è una bella proprietà, ma evidentemente il nuovo proprietario laertino non sa che farsene. A destra davanti a una casa costruita ai tempi dell'abusivismo dilagante, in fase di finitura, già abitata, la bimba di casa si affanna sull'aia con una scopa alta il suo doppio. Proprio di fronte alla casa, dall'altra parte della strada c'è la striscia di Ninuccio, ah eccolo è steso a terra col braccio sugli occhi, a pochi metri la Punto ferma col rimorchietto attaccato carico di bidoni per l'acqua. Si sta facendo un pisolino; è il solito fesso, che prima si ammazza di lavoro e poi dice chi me l'ha fatta fare.

Dopo un chilometro sulla strada del ritorno mi riviene in mente la scena, Ninuccio, mi ricordo non muoveva un dito. E la posizione era per la verità un po' strana. Mah! Ancora qualche centinaio di metri e il pensiero ritorna alla sagoma stesa a terra, abbandonata. Come faccio a dire che stava riposando? Alle sei e mezzo di sera poi, un orario insolito. Quasi quasi mò allungo il percorso e vado a fare un giro, allungo dall'incrocio di Fiumicello e ritorno indietro, così nel frattempo ricordo il punto, la posizione di Ninuccio sulla terra, il braccio che copre gli occhi. E metti che...

Ritorno sulla stradina poderale Cesine e faccio il percorso al contrario. Sbircio a destra questa volta e, superato un dosso lo vedo, sta lì, stesso punto, stessa posizione, Ninuccio non si è mosso un millimetro negli ultimi 5 minuti.

Parcheggio la Focus sotto l'olivo gigante e allungo un po' il passo senza accorgermene, non lo ammetto ma sono preoccupato. Mi avvicino a pochi metri, la posizione è invariata, il ginocchio sinistro alzato, piegato leggermente sulla destra, il braccio sugli occhi.

  • Ninu'

  • Ninu', ripeto.

  • Ueh Michè, tu sì?

  • Ueh Ninu' come sciàme?

  • Buone, buone.

  • Ueh, Ninu' scuseme ci te so scunzate, ma come t'è viste 'nterre so dditte...

  • ...Ninuccie se n'è sciute!

Maggio 2010